domenica 16 gennaio 2011

La bonifica dell’Agro Pontino


La bonifica dell’Agro Pontino

La lettura del romanzo “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi, vincitore del premio Strega 2010, ha suscitato il mio interesse nei confronti delle vicende legate alle migliaia di famiglie emigrate nell’Agro Pontino negli anni ‘30.
L’opera di bonifica integrale dell’Agro Pontino fu fortemente voluta dal regime fascista nell’ottica di una politica finalizzata a far fronte al problema della disoccupazione, attraverso la realizzazione di lavori pubblici utilizzando manodopera a basso costo (scelta vincente adottata anche dal presidente americano Roosevelt dopo la crisi del ‘29).
La gestione del processo di bonifica e popolamento dell’area fu affidata all’ONC, l’Opera Nazionale Combattenti: un organismo nato nel corso della prima guerra mondiale per assistere i reduci nel loro reinserimento nella vita civile.
Dalle paludi dell’Agro Pontino si riuscirono a ricavare 3000 poderi che, a partire dal 1932 (a bonifica ancora in corso) furono destinati dall’ONC ad altrettante famiglie contadine con almeno ex-combattente.
Il governo insieme al podere, riscattabile in 5 anni, forniva ai coloni tutto il necessario: un carro, attrezzi agricoli e alcuni capi di bestiame. Le terre promesse ai soldati dopo Caporetto cominciarono finalmente così a essere distribuite.
Nell’Agro Pontino giunsero per lo più mezzadri provenienti dal Veneto, le cui misere condizioni di vita erano calate ulteriormente in seguito alla rivalutazione monetaria della lira (Quota 90).
Il maggiore disagio a cui i coloni dovettero far fronte fu quello della malaria che fece migliaia di vittime. Il governo per insabbiare il problema ordinò che chi avesse accusato sintomi di questa malattia fosse portato in un ospedale fuori l’Agro Pontino prima di morire. Nei registri ufficiali oggi vediamo così che la malaria fece poche centinaia di vittime. Il problema venne eliminato qualche anno dopo con l’uso di DDT un pesticida oggi proibito che fu immesso nei canali per sterminare la zanzara anofele portatrice della malattia.
In seguito alla bonifica nacquero nell’Agro Pontino 14 villaggi costruiti nei punti di partenza dei cantieri e furono fondate e inaugurate 5 nuove città in soli 7 anni: Littoria, Sabaudia, Aprilia, Pomezia e Pontinia.
Con la Seconda Guerra Mondiale gran parte del lavoro di bonifica fu distrutto. A causa della mancanza di manodopera cessò la manutenzione dei canali, dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943 i tedeschi decisero di riallagare la zona per far trovare “terra bruciata” agli Anglo-Americani. Questi ultimi nel gennaio del 1944 con un bombardamento navale rasero al suolo Cisterna e danneggiarono gravemente Aprilia e Littoria. I canali e le altre opere di bonifica furono distrutti dai bombardamenti successivi.
Negli anni del dopoguerra l’intervento della Cassa per il mezzogiorno ha favorito l’insediamento di numerose aziende industriali soprattutto dei settori agro-alimentare e chimico-farmaceutico. Anche l’agricoltura e il turismo hanno registrato un notevole incremento e oggi l’Agro Pontino può essere considerato una regione che ha raggiunto un buon livello di sviluppo economico.

Fonti:
“Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi
“L’Agro Pontino” di Maria Pia Ercolini – Docente di Geografia, IIS “Falcone” di Roma.
“La Bonifica Integrale (1928-1939)” di Pietro Incardona (pubblicato su borghidilatina.it, sito dell’Associazione culturale Borghi di Latina).

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